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La tridimensionalità del suono nell'HiFi



Nei circoli high end non è inusuale utilizzare il termine “olografico” per descrivere il suono ottenuto da sistemi di riproduzione capaci di ricostruire quello che si suole definire un palcoscenico credibile, ossia verosimigliante all’esecuzione dal vivo.


In ambito HiFi, una catena audio dovrebbe infatti risultare non solo in grado di estrapolare le informazioni contenute in un file sorgente di qualità, ma dovrebbe essere anche e soprattutto capace di restituire all'ascoltatore l’effetto presenza degli strumenti musicali e degli esecutori posizionati nello spazio, cioè nelle tre dimensioni: altezza, larghezza e profondità.


Sulla base dei nostri meccanismi di percezione del suono (psicoacustica), la stereofonia assolve dunque al delicato compito di ricostruire la minuzia di tali informazioni. Ma ciò è possibile solo a due condizioni:

- adeguatezza qualitativa e tecnologica delle apparecchiature utilizzate

- registrazioni di alta qualità e formati file audio capaci di contenere una tale minuzia di informazioni.


Queste condizioni sono notoriamente soddisfatte con maggiore disinvoltura e idoneità dalle soluzioni tecnologiche afferenti all'ambito della cosiddetta "musica liquida".


 



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