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Profondità della scena sonora: un parametro importante spesso falsificato artificialmente.

Aggiornamento: 13 feb

Questo termine viene spesso utilizzato negli ambienti della riproduzione ad alta fedeltà. Forse abusato: non sempre, infatti, la profondità è ciò che si pensa essere.


Infatti, le registrazioni in studio sono spesso dotate di un effetto profondità artificiale, e pertanto sarebbe meglio evitare di utilizzarle come parametro quando si vuole valutare in maniera affidabile questo importante aspetto della riproduzione del suono da parte di un sistema HiFi.

Le più attendibili sono generalmente le registrazioni effettuate invece in ambienti come teatri, grandi saloni o grandi chiese, dove risulta possibile cogliere con grande naturalezza la provenienza dei suoni ad opera degli strumenti.


Un affidabile esempio di profondità si potrebbe avere ascoltando l'album di Michel Godard con musiche di Monteverdi, registrato con l'utilizzo di microfoni ambientali nell’abbazia cistercense di epoca medioevale sita in Noirlac, Francia.


Se il sistema di riproduzione è ben messo a punto, sarete allora virtualmente "catapultati" in un'esperienza di notevole intensità, riuscendo a cogliere l'ambienza, i riverberi e la profondità, distinguendo pertanto anche la posizione degli esecutori nello spazio con notevole realismo.


L'album sopra citato è consigliatissimo, tra l'altro, per l'immensa bellezza artistica e la straordinaria atmosfera.


Buona musica.


 

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